L’azienda Trebotti di Castiglione in Teverina racconta il vino che più di tutti rappresenta la Tuscia e i vini vulcanici, l’Incanthus Grechetto della Tuscia DOP Bio. Mineralità, sapidità, longevità, le caratteristiche del principe dei vitigni della Tuscia espresse dal terroir vulcanico.
Ciò che da sempre ha caratterizzato i terreni vulcanici è la grande abbondanza di nutrienti che rendono unico il territorio sul quale gli stessi terreni insistono.
Nonostante il timore di vivere in zone a rischio sismico e vulcanico, da sempre l’uomo ha fatto di tutto per sfruttare e colonizzare i suoli in queste aree per poter godere della grande ricchezza di minerali (ossidi, silice, metalli nobili, potassio, etc.)
Il terreno vulcanico garantisce fertilità sul lungo termine. Grazie alle eruzioni ed alla deposizione di ceneri e lapilli ricchi di minerali, terreni legati ad attività vulcaniche (anche quando quiescenti, come nel caso della Tuscia) donano ricchezza e mineralità all’agricoltura ed in particolar modo alla viticoltura.
A tal riguardo, ciò che rende unici i vini prodotti in terreni vulcanici non è solo la fertilità dei suoli dove crescono le vigne, quanto la ricchezza che i minerali, contenuti nei suoli stessi, conferiscono in primis alle uve e di conseguenza ai vini prodotti. Non a caso i migliori vini del mondo spesso provengono da zone vulcaniche basta pensare ai più famosi vini dell’Etna, dello Stromboli, del Vesuvio o del Soave. Ed è questo uno dei motivi principali che ha spinto i tre fratelli Botti nel 2003 a costruire l’azienda biosostenibile di famiglia a Castiglione in Teverina, sulle propaggini dei monti Vulsini, il complesso vulcanico del lago di Bolsena (il lago vulcanico più grande d’Europa).
Si può affermare senza timore di esagerare che l’azienda è a tutti gli effetti immersa nel vulcano: la cantina è ipogea, scavata nel tufo (minimo impatto paesaggistico e coibentazione naturale) e, addirittura, nella tomba etrusca dove matura lo spumante è possibile fare un viaggio nel tempo e vedere l’attività del Bolsena di centinaia di migliaia di anni fa. Infatti sulle pareti della grotta si vedono le stratificazioni dei lapilli e delle ceneri, testimonianza delle tre eruzioni esplosive avvenute 850.000, 330.000 e l’ultima (per ora) di 250.000 anni fa. Da notare che è una delle zone con le eruzioni relativamente piú recenti dal punto di vista geologico ed è quindi particolarmente ricca di nutrienti.
L’equilibrio ecosistemico e la biocenosi (l’associazione biologica delle specie vegetali ed animali che convivono in un determinato ambiente) favoriti dal regime biologico della coltivazione, rendono unico questo terroir che è ulteriormente arricchito dalla complessità minerale dei terreni vulcanici su cui insiste. Tutti i vini biologici della Trebotti sono contraddistinti da mineralità e sapidità che conferiscono loro struttura, ricchezza e persistenza. Ma il vino che eccelle in questo, che più di tutti rappresenta l’azienda Trebotti all’interno dell’associazione Volcanic Wines è l’Incanthus – GRECHETTO DOP Tuscia Bio. La vendemmia, come per tutti i vini, è completamente manuale e la fermentazione avviene in acciaio. Le uve crescono nel vigneto Cerquabella nome toponomastico dell’appezzamento che si trova sotto la cantina probabilmente dovuto ad una quercia (Cerqua in Viterbese) di 300 anni che dominava la zona fino a 30 anni fa. 100% grechetto, il vitigno principe della Tuscia e della confinante Umbria. Come accennato è in questo vino che si sente tutta la potenza del tufo, delle ceneri e dei lapilli vulcanici nel conferire mineralità e sapidità.
Non è grechetto vero se non ha un retrogusto “amaricante“! Questo termine, probabilmente è stato coniato proprio per il Grechetto dal grande enogastronomo, Carlo Zucchetti che, da molti anni, si occupa dell’organizzazione del più importante evento italiano su questo vitigno: “Nelle terre del Grechetto” a Civitella d’Agliano. Questo vitigno, infatti, non è dotato di grandi profumi (non è un vitigno aromatico) ma, nei terreni vulcanici (se ben coltivato), esprime una sua caratteristica peculiare: un finale leggermente amaro dato dalla ricchezza di alcune molecole che si trovano sulla buccia dell’uva di questo vitigno, le catechine. Presenti in elevate concentrazioni, se mal gestite potrebbero rendere eccessivamente amari i vini da uve grechetto. L’abilità dell’azienda Trebotti nel vinificare questo vitigno è stata proprio quella di trovare l’equilibrio tra la mineralità e la complessità dei suoli vulcanici su cui cresce e si sviluppa al fine di dar luogo, appunto, al delicato finale “amaricante”.
L’Incanthus Grechetto DOP Tuscia Bio 2020 si presenta sapido all’inizio per poi prendere subito corpo e lasciare spazio alla mineralità che appunto gli viene donata dal vulcano, per poi finire con il giusto amaro che stimola la salivazione delle papille gustative e fa venire voglia di chiedere un altro bicchiere da accompagnare con del cibo saporito come quello tipico della cucina della Tuscia. Adatto a molte situazioni è poliedrico negli abbinamenti. Da un aperitivo rinfrescante a qualunque piatto di pesce, molluschi o crostacei (ad esempio perfetto con la ”sbroscia” del lago di Bolsena se si vuole provare l’esperienza di abbinare vini e pesci vulcanici). Si sposa bene anche con carni bianche ed è perfetto anche l’inverno per accompagnare zuppe di cereali, legumi e vellutate.
Ma il vulcano non regala all’Incanthus solo sapori, aromi e profumi, il vulcano dona a questo vino anche un’importante longevità, grazie alla presenza di antiossidanti naturali che inoltre permette un ridottissimo utilizzo di solfiti (siamo a meno di un terzo di quelli ammessi per un vino convenzionale).
Di recente la Trebotti, durante una delle EcoWineExperience, le giornate col Vignaiolo, ha organizzato degustazioni verticali dove ha fatto provare ai partecipanti diverse annate (viene prodotto dal 2005) di questo vino riscontrando sempre lo stupore dei partecipanti, tra cui, alcuni, hanno fatto incetta delle bottiglie di vecchie annate. I grandi vini bianchi, specialmente se coltivati su terreni vulcanici, hanno grandi potenzialità di invecchiamento proprio come i vini rossi. E’ da sfatare il mito che tutti i vini bianchi diano il meglio solo se bevuti giovani: il grechetto-Incanthus della Trebotti ne è un esempio eclatante.
E’ un vino che racconta il Territorio in modo tridimensionale, racconta il paesaggio, il clima e la tradizione della Tuscia ma racconta anche il passato, il sottosuolo e l’ambiente come era e come è oggi.