La Trebotti, fin dalla sua fondazione, vanta collaborazioni con illustri con Università ed Enti di Ricerca Italiani ed esteri, nell’ambito della ricerca sulla sostenibilità ambientale e l’innovazione. Partner d’eccezione, assiduo e costante è stata la facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia di Viterbo in cui Ludovico l’agronomo dei tre fratelli ha studiato e il motivo per cui la famiglia Botti ha deciso di investire nella Tuscia. Negli anni universitari Ludovico ha avuto modo di conoscere e collaborare tra gli altri con il Prof. Riccardo Valentini con cui ha avviato diversi progetti che hanno portato l’azienda a certificarsi Carbon Neutral nel 2019 tra le prime al mondo. Il Prof. Valentini (premio Nobel per la Pace nel 2007 con i ricercatori IPCC per gli studi sui Cambiamenti Climatici) è sempre stato per la Trebotti stimolo e punto di riferimento nell’ambito della realizzazione di progetti innovativi mirati al raggiungimento di elevati standard di Sostenibilità ambientale. La lunga collaborazione scientifica che negli anni si è trasformata in stima reciproca e amicizia.
La passione per la natura e per il vino portarono il Riccardo Valentini a scoprire l’isola di Pantelleria, ormai più di 15 anni fa.
Pantelleria è un’isola vulcanica al centro del mediterraneo con tradizioni millenarie ancestrali con una profonda cultura contadina i cui simboli principali sono la vite ad alberello, i capperi, i giardini panteschi e i dammusi (tipica struttura rurale pantesca) . Un terroir vulcanico, unico ed incontaminato, baciato dal sole, sferzato dal vento e tutto intorno il mar Mediterraneo. Una costa rocciosa frastagliata con insenature grotte e un’acqua cristallina piena di vita.
Il progetto di vita e ricerca Pantelleria inizia con l’acquisto e lo scrupoloso restauro di un meraviglioso dammuso millenario, circondato da poco più di un ettaro di viti ad alberello quasi centenarie e, sparse qua e là, le piante dei famosi capperi isolani. Il dammuso restaurato sarà chiamato Kikkidduri il sounding ricorda una parola Araba/Sicula che è scaturita dalla scritta storpiata di un’amica americana del Prof. Valentini che cercava di scrivere Chicchi duri.
Dammuso e vigneti sono situati nel cuore dell’isola a piana della Ghirlanda, zona del parco nazionale protetto dell’isola di Pantelleria. L’uva regina è lo zibibbo (moscato d’Alessandria) uva tradizionale a bacca bianca, allevata, come da tradizione millenaria, ad alberello detto pantesco. Nel 2014 l’Unesco ha riconosciuto l’importanza e l’unicità della “Pratica agricola della vite ad alberello” iscrivendola nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità. È stata la prima ed unica volta che una pratica agricola ha conseguito questo riconoscimento. La vite, nella forma dell’alberello pantesco, viene coltivata in piccole conche profonde circa 20 cm, utili per accumulare l’acqua piovana e proteggere i grappoli dal vento. La tecnica di coltivazione, introdotta dai fenici, è particolarmente articolata e prevede esclusivamente l’intervento della mano dell’uomo, fino alla vendemmia.
Il vigneto, gestito in modo naturale, è nel cuore di Pantelleria, a circa 400 m.s.l.m. sferzato quotidianamente dai venti dell’isola e nutrito dalle lunghe e luminose giornate di sole estive (siamo nel cuore del Mar Mediterraneo a poche decine di km dalla Tunisia). Tanto vento e scarsissime precipitazioni, condizioni difficili per la viticoltura che viene appunto chiamata viticoltura eroica. Di anno in anno, di generazione in generazione, nel corso dei secoli si sono sviluppate e perfezionate pratiche per la cura delle piante e per l’adattamento alle condizioni estreme. Queste pratiche sono la forza della cultura rurale pantesca.
Da alcuni anni Riccardo e sua moglie Simona (anche lei professoressa universitaria esperta del settore) ospitano sull’isola amici, ricercatori ed esperti tra cui anche Ludovico. Da qui nasce il Progetto KIKKIDDURI – Pantelleria.
Lo scopo è quello di creare a Pantelleria un luogo, un living lab per una agricoltura sostenibile che sia, fulcro di cultura, ricerca e innovazione, in modo da affrontare le sfide ai cambiamenti climatici con i migliori strumenti senza perdere quell’ afflato autentico, originario che si respira quotidianamente sull’isola.
Nel frattempo, abbiamo iniziato a sperimentare, con vinificazioni particolari ed il primo nato ufficialmente messo sul mercato è il Mutatis Mutandis spumante metodo classico da zibibbo vinificato in Tuscia.
Nel 2021 per la prima volta abbiamo deciso dopo alcune sperimentazioni di produrre il metodo classico di zibibbo con la sboccatura alla volée. Non avendo ancora concluso il progetto innovativo da realizzare sull’isola abbiamo iniziato portando le uve nella cantina che meglio poteva seguire queste produzioni innovative alla Trebotti. Ogni anno a fine agosto, sii ripete il rito della vendemmia al dammuso Kikkidduri. Il piccolo vigneto viene vendemmiato a mano nell’arco di una giornata. Le cassette d’uva caricate su un furgone refrigerato partono verso la Sicilia e via nave arrivano nell’arco di 48 ore alla Trebotti. Le uve vengono scaricate la mattina presto sul piazzale dell’azienda ed immediatamente lavorate fredde direttamente in pressa. Il mosto dello zibibbo scende giù in cantina per gravità nel serbatoio d’acciaio dove fermenta protetto dalle ossidazioni per mantenere intatti i profumi dell’isola. Dopo qualche mese sulle fecce fini, il vino così ottenuto viene inoculato ed imbottigliato per fare la rifermentazione in bottiglia con la presa di spuma e affinamento di almeno nove mesi prima di affrontare la degorgiàtura alla volée in cui le bottiglie di spumante vengono pulite dalle fecce, tappate con il tappo a fungo e la gabbietta ed etichettate. Un rito anche questo antico ed emozionante, tutto manuale che riporta all’essenza della produzione del vino
Il progetto continuerà con tanti e nuovi sviluppi e la produzione di altri vini per cui non mancherà il famoso passito di pantelleria una volta realizzata la cantina sull’isola…