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“3s L’incrocio ” è il risultato di un ereditario istinto nel guardare avanti, piccolo capolavoro della ricerca enologica italiana.

Inizialmente concepito come sfida alla concorrenza del mercato vinicolo francese, oggi questo vitigno sposa i criteri di sostenibilità e innovazione centrali nella filosofia dell’azienda biologica Trebotti.

Il vitigno Incrocio Manzoni 6.0.13 nasce negli anni ‘30 grazie al lavoro del Prof. Luigi Manzoni, Preside della Scuola di Enologia di Conegliano Veneto, la più antica ed importante scuola del vino nel mondo insieme alla Scuola di enologia di Bordeaux. In quel periodo storico le ricerche degli agronomi, nel mondo della viticoltura, erano fortemente indirizzate verso la ricerca di nuovi vitigni. L’obiettivo era sia quello di trovare varietà più resistenti alle malattie e alle parassitosi sia quello di migliorare e aumentare i vitigni italiani nell’ottica di competere con maggior efficacia con il mercato enologico francese.

La procedura agronomica più utilizzata per trovare nuove varietà era quella dell’innesto. Luigi Manzoni a tal riguardo fu invece un pioniere. Grazie alle sue competenze di agronomo e alle sue conoscenze genetiche (da pochi anni William Bateson, colui che ha coniato il termine “genetica”, aveva divulgato in Europa gli studi di Mendel) ebbe tra i primi l’intuizione di lavorare per impollinazione. Dedicò anni di ricerche a generare nuovi vitigni impollinando i fiori di un vitigno con quelli di un’altra varietà. Svolse questo lavoro in modo meticoloso e con molta dedizione e questo portò Luigi Manzoni a generare centinaia di “incroci” ovvero centinaia di nuovi vitigni: nuove varietà che si portano dietro il patrimonio genetico delle piante da cui sono stati generati ma che sono a tutti gli effetti nuovi vitigni.

Tra questi, il più celebre tra i bianchi è l’Incrocio 6.0.13 ovvero la pianta che nel suo impianto sperimentale era sita nel filare 6, ceppo 13, dove Luigi Manzoni impollinò il Riesling renano con il Pinot bianco.

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