La riscoperta del Sangiovese della Tuscia
Il Grechetto Rosso, detto localmente Greghetto Rosso, è un vitigno che per molti anni ha rappresentato un piccolo enigma per i viticoltori della Tuscia. Nelle campagne tra Gradoli e il Lago di Bolsena si discuteva spesso della sua vera identità: alcuni lo avvicinavano alla Barbera, altri ad antiche varietà locali.
“Nel 2002, durante la mia tesi di laurea presso l’Università della Tuscia, mentre studiavo l’Aleatico, condussi uno studio genetico sul Grechetto Rosso. Attraverso le analisi con marcatori a microsatelliti, realizzate su un antico vigneto di Gradoli, riuscii a dimostrare che questa varietà fosse in realtà un biotipo di Sangiovese radicato nella Tuscia.”
Oggi, come fondatore insieme ai miei fratelli dell’azienda biologica Trebotti, porto avanti con orgoglio questa scoperta, che rappresenta una parte integrante del mio percorso di ricerca, professionale e umano. Un risultato che ha trovato conferma nel 2019, quando il Ministero delle Politiche Agricole ha ufficialmente riconosciuto il Grechetto Rosso come sinonimo del Sangiovese della Tuscia.
Il Sangiovese e i suoi tanti nomi
Il Sangiovese è il vitigno più coltivato d’Italia e uno dei più rappresentativi a livello mondiale. La sua grande capacità di adattamento e le sue numerose espressioni territoriali hanno fatto sì che in molte zone abbia assunto nomi diversi, pur rimanendo sempre la stessa varietà:
- Nel Chianti Classico è il cuore pulsante dei vini toscani più celebri;
- A Montalcino diventa il protagonista assoluto del Brunello di Montalcino;
- A Montepulciano prende il nome di Prugnolo Gentile, dando vita al Vino Nobile di Montepulciano;
- Nella Maremma grossetana è conosciuto come Morellino di Scansano.
Questi sono solo alcuni esempi che raccontano come il Sangiovese sappia interpretare i diversi territori italiani, mantenendo sempre la sua identità e, al tempo stesso, esprimendone le peculiarità.
Oggi è considerato il vitigno più importante d’Italia non solo per la sua estensione, ma anche per il suo valore culturale: rappresenta infatti la spina dorsale della viticoltura del Centro Italia e un riferimento per l’enologia nazionale.
Tusco – l’anima del Sangiovese della Tuscia
Con il Tusco – Grechetto Rosso DOP Tuscia, la Trebotti celebra questa eredità. Un vino che nasce da un vigneto esposto a sud, a circa 300 metri di altitudine, su terreni vulcanici ricchi di minerali. Le uve, raccolte a metà/fine settembre, esprimono al meglio le caratteristiche di questo terroir unico, regalando al vino una spiccata mineralità e una freschezza che lo identificano come un autentico vino vulcanico.
Scheda tecnica:
- Vitigno: 100% Grechetto Rosso (Sangiovese della Tuscia), detto anche Greghetto Rosso
- Denominazione: DOP Tuscia
- Viticoltura: biologica certificata, vigneti esposti a sud su suoli vulcanici del Lago di Bolsena (300 m s.l.m.)
- Vendemmia: manuale, a metà/fine settembre
- Vinificazione: fermentazione in acciaio con macerazione sulle bucce di circa due settimane, seguita da successivi travasi fino all’imbottigliamento, che avviene normalmente un anno dopo
- Affinamento: in acciaio e successivamente in bottiglia
- Note sensoriali:
- Colore: rosso rubino brillante con riflessi violacei
- Profumo: frutti rossi croccanti, ciliegia e prugna, note floreali di viola e leggere note minerali
- Gusto: fresco, elegante e armonico, con tannini setosi e lunga persistenza vulcanica
- Abbinamenti: piatti della tradizione laziale, carni alla griglia, primi piatti saporiti, formaggi stagionati
Un vino che racconta un territorio
Il Tusco non è solo un vino: è il frutto di un percorso che intreccia ricerca scientifica, identità storica e viticoltura sostenibile.
Un omaggio al Sangiovese della Tuscia, che Trebotti custodisce e interpreta con passione, trasformandolo in un vino capace di raccontare l’anima autentica del suo territorio.